Si può brevettare il sole?

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Quello spirito umanitario che non deve morire…

In occasione della giornata mondiale della Polio, il rotary club Costa Gaia con una interessante video conferenza curata dai soci Caterina Crescimanno e Leonardo Salvia, ha ricordato l’impegno storico del Rotary contro l’infezione da polio.

Eccolo il virus a RNA costituito da un capside proteico.  

La poliomielite è una malattia infettiva invalidante, da sempre nemica dell’organismo umano.

Lo documenta una mummia egiziana del 3700 a.C. che mostra deformità da esiti di polio e la stele egizia della XVIII dinastia, raffigurante il sacerdote Rouma che si appoggia a un bastone con la gamba destra atrofica, accorciata ed il piede in posizione equina, tipica conseguenza della poliomelite.

Dall’antico Corpus hippocraticum, il complesso delle opere mediche, scritte in dialetto ionico tra la metà del 5 sec. e la metà del 4 a.C., anticamente attribuite al medico Ippocrate, il più famoso di quel tempo, si desume che anche in epoca greco-romana la polio dovesse essere endemica. Ma si cominciò a descrivere con minuziosità la malattia solo dal XIX secolo, con il fisico inglese Michael Underwood che nel 1789 la definì per la prima volta “debilitazione degli arti inferiori”, con il ricercatore Jacob Van Heine che nel 1840 la definì contagiosa e con Karl Landsteiner e Erwin Popper che nel 1908 ipotizzarono che la poliomielite può essere causata da un virus.

Nel 1921 fu il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt a contrarne il contagio all’età di 39 anni. Nel 1938 avrebbe fondato la National Foundation for Infantile Paralysis (NFIP), al fine di raccogliere fondi attraverso donazioni di celebrità invitate all’annuale ballo di compleanno del presidente. La raccolta fondi si diffuse anche oltre, tanto che il cantante Eddie Cantor chiese al pubblico di inviare monetine al presidente.

Il suo fu uno scherzo ma produsse la reale partecipazione di tanti, colpiti dalle sofferenze dei bambini contagiate. E nacque la plastica immagine della “March of Dimes“, marcia dei centesimi documentata da 2.680.000 centesimi.

Grazie a quella marea d’argento, donata dal popolo americano e arrivata alla Casa Bianca, nel 1949 il dottor Jonas Salk fu incaricato di sviluppare un vaccino antipolio.

Jonas Salk si era laureato nel 1939 alla Scuola di medicina dell’Università di New York ed aveva scelto la virologia quale suo campo di ricerca, stimolato dal suo maestro, il medico Thomas Francis Jr., all’epoca impegnato a isolare il virus dell’influenza. Salk utilizza le esperienze sull’influenza nella ricerca contro la polio e nel 1947 può organizzare un moderno laboratorio all’Università di Pittsburgh, coadiuvato da tre medici -John Enders, Thomas Weller e Frederick Robbins che aveva vinto il premio Nobel per la medicina quando, nel 1949, erano riusciti a far crescere in laboratorio il virus della poliomielite in culture con vari tipi di tessuti.

Salk lavorò molto: dalle colture cellulari di rene di scimmia riuscì ad ottenere tre ceppi di virus che venivano disattivati con la formaldeide e poté sperimentare i primi test con le scimmie ottenendo risultati efficaci per tutti i tre tipi di virus dopo la somministrazione del vaccino.

Nel 1954 il vaccino venne testato sui primi soggetti umani: tra questi i pionieri della polio, quasi due milioni di bambini americani di età compresa tra i sei e i nove anni.

Il vaccino risultava sicuro ed efficace nel 90% dei casi e nel 1955 fu ufficialmente riconosciuto dalla Medicina.

A quel ricercatore, diventato famoso per le tante vite che avrebbe salvato, venne chiesto di brevettare il vaccino e lui rispose “Si può forse brevettare il sole?”

Seguendo le scoperte di Salk, nel 1957 Albert Bruce Sabin iniziò a ricercare un vaccino alternativo, da somministrare per via orale e non più per inoculazione. Poiché non potè testarlo su larga scala negli Stati Uniti, nel 1957 decise di rivolgersi all’Unione Sovietica dove per altro nessuno era stato mai stato vaccinato.

Dopo tre anni di intensa ricerca e di risultati positivi, il suo vaccino cominciò a diffondersi ed ebbe enorme successo dovunque perché, rispetto a quello di Salk, il suo garantiva un’immunità duratura e poteva trasformare i vaccinati in portatori sani del virus.

Anche Sabin rifiutò di brevettare la sua scoperta e disse che sarebbe stata un regalo ai bambini. Stava regalando la vita ed insegnava che salvare i bambini non poteva avere prezzo.  

Salk e Sabin, umili e dallo spirito umanitario, hanno lasciato a tutti un messaggio etico che non vadimenticato.

Furono migliorati anche i ventilatori polmonari, sperimentando quelli a pressione positiva che somministra una pressione elevata che si sovrappone alla ventilazione spontanea dei pazienti migliorando l’ossigenazione e riducendo lo sforzo espiratorio e il lavoro cardiaco.

Dal 1988 l’OMS, i Centri statunitensi per il controllo delle malattie, il Rotary International. l’UNICEF e in seguito la Fondazione Gates, si sono uniti per l’eradicazione della polio (GPEI). Uno sforzo globale che ha prodotto la riduzione del 99% dei casi diagnosticati ogni anno.

Da oltre trent’anni, il Rotary prosegue con programma PolioPlus per la vaccinazione su larghissima scala dei bambini.

Come partner principale della GPEI, il Rotary ha raccolto fondi, recluta volontari e sensibilizzazione il pubblico.

I soci del Rotary hanno contribuito con oltre 2,1 miliardi di dollari e innumerevoli ore di volontariato, per proteggere oltre 2,5 miliardi di bambini, in 122 Paesi, da questa malattia paralizzante. Gli sforzi di advocacy da parte del Rotary hanno avuto un ruolo chiave nelle decisioni dei governi a contribuire oltre 10 miliardi a questa impresa. Quasi 19 milioni di persone sono salve dalla paralisi oggi e sono in grado di camminare e più di 1,5 milioni di persone sono scampate alla morte.

Dai 350.000 casi di polio all’anno in 125 Paesi dal 1988, oggi solo due Paesi continuano a riportare casi di poliovirus selvaggio: Afghanistan e Pakistan.

Ma siamo certi che il Rotary riuscirà a vincere anche questa ultima tappa. Noi ci saremo.

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